“IMPARATE A FARE IL BENE CERCARE LA GIUSTIZIA”

Lunedì 23 gennaio si è tenuta la preghiera interconfessionale promossa dalla diocesi di Caserta, alle ore 18,30 presso la parrocchia N. S. di Lourdes in Viale Kennedy a Caserta. All’evento ecumenico sul tema dell’anno ‘Imparate a fare il bene, cercate la giustizia’ (Is 1,17) hanno partecipato: il vescovo di Caserta Mons. Pietro Lagnese, Elisabetta Kalampouka greco-ortodossa del Patriarcato ecumenico e presidente del Consiglio regionale delle Chiese  cristiane della Campania (CRCCC), il Pastore metodista di Salerno e diaspora Franco Mayer e vicepresidente del CRCCC, il Pastore luterano di Torre Annunziata Paolo Poggioli, i Pastori pentecostali della Chiesa della Riconciliazione Giovanni Traettino e Franco Brosio, Lucia Antinucci Referente regionale  per il dialogo ebraico-cristiano, il parroco don Antonello Giannotti. L’incontro è stato moderato da don Edoardo Scognamiglio, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, nonché segretario del CRCCC. Don E. Scognamiglio ha introdotto l’incontro richiamando il significato dell’evento, segno dell’unità che accomuna i cristiani delle diverse confessioni e invocazione del dono della piena unità visibile. Egli ha pure sottolineato che il testo di Isaia mette in crisi un cristianesimo fatto solo di sterili ritualismi, mentre dovrebbe privilegiare la carità concreta, particolarmente nei confronti di coloro che vivono situazioni di disagio.

La preghiera ha avuto inizio con un duplice simbolismo: l’acqua e le pietre. Per i nativi americani l’acqua è vita e le pietre rappresentano la sacralità del terreno su cui molte generazioni si sono radicate. Per i cristiani tutto ciò rimanda al fatto che lo Spirito di Dio permea tutta la creazione, per cui siamo tutti in relazione. L’acqua richiama la rinascita del battesimo e le pietre le storie personali di tutti i cristiani, a partire dagli avi. La comunità parrocchiale ha introdotto un terzo simbolismo, quello di un ramo di ulivo con nastri colorati, per indicare l’unità nella diversità operata dallo Spirito Santo.

Il Pastore Mayer ha evidenziato la drammatica situazione delineata dal profeta Isaia a causa del ritualismo e dell’ingiustizia sociale. Ancora oggi ci sono disparità sociali, come la disoccupazione, le condizioni disumane degli immigrati, le donne violentate, i bambini sfruttati. Gesù che è stato dalla parte dei poveri, degli ultimi e noi saremo giudicati da lui sulla pratica della carità. La fede non dev’essere pietismo, ci deve portare verso i poveri, consapevoli di avere tutti un unico Padre. E. Kalampoukaha ha rivolto all’assemblea il saluto del vescovo Sua Eccellenza Giorgio Antonopoulos e ha letto il messaggio per la Settimana di preghiera del metropolita d’Italia Sua Eminenza Polykarpos. Il metropolita nel suo messaggio ha sottolineato che i gravi problemi dell’umanità devono scuotere le coscienze di noi cristiani. La giustizia e misericordia in senso biblico e patristico sono connesse, per cui non serve a nulla recitare le preghiere se non si pratica l’elemosina. I beni della terra vengono da Dio e sono per tutti, non sono proprietà esclusiva di alcuni. La convivenza civile e umana può scaturire solo dalla pratica del bene e della giustizia.

Il Pastore F. Brosio ha sottolineato che con la preghiera di lode e ringraziamento viene chiesto a Dio il dono di rendere possibile l’unità per opera del suo Spirito. Nel mondo ci sono tante lacerazioni, fratture tante ingiustizie, violenze e guerre in cui sono coinvolti anche i cristiani. Non bisogna fermarsi alle forme della fede ma occorre andare alla sostanza, cioè promuovere la giustizia, praticare il bene. Il Pastore P. Poggioli ha evidenziato che i cristiani sono chiamati a praticare la giustizia come vicinanza a coloro che soffrono, agli anziani, ai deboli, ai poveri. Il Pastore G. Traettino ha sottolineato che lo Spirito ci rende capaci di operare il bene, superando le nostre resistenze e difficoltà. In questo modo diventa credibile anche il desiderio di unità. Mons. Lagnese ha affermato che nonostante i problemi e le difficoltà quello attuale è un tempo bello. In passato i cristiani avevano sentimenti di indifferenza a anche di odio. Il Signore, invece, ci ha concesso di superare i pregiudizi, di abbattere i muri e di fare un percorso comune per arrivare alla piena unità. Egli ha suggerito di realizzare sempre più iniziative comuni, interconfessionali, anche sociali.

Come previsto dalla preghiera ecumenica di quest’anno, durante la celebrazione ci sono state delle testimonianze. Bezhad di fede Baha’i  ha parlato della persecuzione subita in Iran, della negazione dei diritti civili fondamentali (è venuto in Italia per poter studiare). Pina ha testimoniato le sue sofferenze e disagi a causa di un marito detenuto. La sua scoperta della fede ha aiutato anche il marito a cambiare vita. Danilo, dopo una vita di eccessi, trasgressioni, dipendenza dalla droga, ha incontrato il Signore e la sua vita ha cambiato senso, trovando la serenità. I canti sono stati animati da giovani e adulti del Movimento del Rinnovamento dello Spirito. Alla preghiera ecumenica ha partecipato una numerosa comunità parrocchiale. L’incontro si è concluso con un gioioso momento agapico fraterno.

 

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