Le religioni e la pedagogia del dialogo
«L’armoniosa correlazione tra religione e vita pubblica è tanto più importante in un’epoca nella quale alcuni sono giunti a ritenere la religione causa di divisione piuttosto che forza di unità. In un mondo minacciato da sinistre e indiscriminate forme di violenza, la voce concorde di quanti hanno spirito religioso stimola le nazioni e le comunità a risolvere i conflitti con strumenti pacifici nel pieno rispetto della dignità umana. Una delle molteplici modalità in cui la religione si pone al servizio dell’umanità consiste nell’offrire una visione della persona umana che evidenzi la nostra innata aspirazione a vivere con magnanimità, intessendo legami di amicizia con il nostro prossimo. Nella loro intima essenza, le relazioni umane non si possono definire in termini di potere, dominio e interesse personale. Al contrario, esse riflettono e perfezionano l’inclinazione naturale dell’uomo a vivere in comunione e in armonia con gli altri.
Il senso religioso radicato nel cuore dell’uomo apre uomini e donne verso Dio e li guida a scoprire che la realizzazione personale non consiste nella gratificazione egoistica di desideri effimeri. Esso, piuttosto, ci guida a venire incontro alle necessità degli altri e a cercare vie concrete per contribuire al bene comune. Le religioni svolgono un particolare ruolo a questo riguardo, in quanto insegnano alla gente che l’autentico servizio richiede sacrificio e autodisciplina, che a loro volta si devono coltivare attraverso l’abnegazione, la temperanza e l’uso moderato dei beni naturali. In tal modo, uomini e donne sono portati a considerare l’ambiente come una cosa meravigliosa da ammirare e rispettare piuttosto che come una cosa utile semplicemente da consumare. È un dovere che si impone a chi ha spirito religioso dimostrare che è possibile trovare gioia in una vita semplice e modesta, condividendo con generosità il proprio superfluo con chi è nel bisogno» (Benedetto XVI, Discorso in occasione dell’incontro con i rappresentanti di altre religioni [Sidney, 18 luglio 2008]).
Ogni esperienza religiosa apre il cuore dell’uomo a una dimensione trascendente, permettendogli di scoprire la sua natura simbolica. Non siamo soli. Non siamo isole. L’uomo è parola, linguaggio, comunicazione, relazione, comunione. La fede ci orienta non solo verso Dio e il prossimo, ma anche verso il mondo, l’ambiente, la natura, a partire dalle profondità dell’io nel quale ci sperimentiamo come abitati dall’Altro. Papa Benedetto, nel suo Discorso a Sidney, ha evidenziato, proprio nel dialogo interreligioso, il bisogno di coniugare fede e vita pubblica, spiritualità e socialità, insistendo sul tema dell’educazione e della pedagogia, prospettive che le religioni e le fedi da sempre evidenziano attraverso i testi sacri, la spiritualità, la mistica, l’impegno etico.
«Tutte le religioni mirano a penetrare il profondo significato dell’esistenza umana, riconducendolo ad una origine o principio esterno ad essa. Le religioni presentano un tentativo di comprensione del cosmo inteso come proveniente da e procedente verso tale origine o principio» (ivi).
Educare-formare al dialogo interreligioso significa prendere sul serio il carattere sacro e misterico non solo della vita umana, di ogni persona, ma anche dell’ambiente che noi abitiamo. La fede orienta a scelte concrete, a misure sociali, a responsabilità etiche ed ecologiche non indifferenti che toccano i nostri spazi, a partire dalle città che abitiamo e trasformiamo. Siamo chiamati dal Creatore ad abitare la vita, a custodirla, a creare nuovi luoghi o spazi di fraternità e di comunione.
Il Centro Studi Francescani si propone, nell’offerta formativa 2008-2009, di approfondire sia la pedagogia del dialogo (come comunicazione e incontro tra diversità) – attraverso lo studio delle lingue, dell’arte, del teatro, della musica, dei testi sacri, nonché delle dinamiche di gruppo e dei conflitti -, sia la dimensione socio-politica della fede e delle religioni, con attenzione alla difesa della vita fin dal suo nascere (il cui opposto è l’aborto) e in corrispondenza dell’uscita dalla vita (che trova conflitti proprio nell’eutanasia). L’attenzione è posta alla città come luogo abitato, come «casa multietnica» che si differenzia dalla «tana», luogo di rifugio nella giungla per chi si sente in pericolo. Condividere, ospitare, accogliere l’altro (la vita), significa affermare, innanzitutto, la propria identità e aprirsi alle differenze senza paure o troppe resistenze.
In questa prospettiva, ci è sembrato significativo l’incontro svolto a Pompei lo scorso giugno per la giornata di studio e di convegno su I volti di Maria: Bibbia – Corano – Arte. La notevole condivisione da parte dei cristiani e il confronto sereno e fraterno con l’imam di Milano Yahya Pallavicini, Segretario della Coreis, nonché con il pensiero ebraico, ci spingono ad approfondire questi aspetti del dialogo interreligioso. La via dell’Arte, poi, rimane un percorso ancora inesplorato – e comunque privilegiato – per la comunicazione delle fedi e della sacralità della vita. Abbiamo bisogno di maggiori occasioni di incontro, come anche di nuove sollecitazioni per stimolare gli abitanti delle nostre città a vivere le nuove agorà.
Gli stimoli a proseguire sulla strada del dialogo ci provengono anche dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, che ha visitato, prima di Natale, il nostro Centro per la presentazione del testo Il ritorno del Signore. Lectio divina sulla seconda Lettera di Pietro, Paoline Editoriale Libri, Milano 2007.
Maggiore professionalità ci viene richiesta dalla collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Cultura e il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, come anche per l’adesione alle iniziative dell’Istituto di Cristologia della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Sez. San Tommaso d’Aquino) e dell’Istituto di Scienze Religiose «San Pietro» di Caserta.
Fedeli allo statuto del Centro Studi Francescani, la docta fides ci permette di approfondire il significato della fede cristiana alla luce della Parola che si è fatta carne. In tale prospettiva, Sollecitati dalla 12ª Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che avrà luogo in Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2008, sul tema La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, e incoraggiati dalla celebrazione dell’anno paolino, ufficialmente inaugurato lo scorso 28 giugno, tra le nostre iniziative, non mancherà l’attivazione della lectio divina che ci aiuta a capire – attraverso l’eredità spirituale e teologica dell’apostolo Paolo, e grazie alla sua ansia missionaria – non solo che la Chiesa vive della Parola, ma anche che il Vangelo s’intreccia con la storia degli uomini ed è in grado di affrontare le sfide d’ogni epoca, nonché d’illuminare la vita dei cristiani che si mettono in ascolto sincero e umile. Perché «La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12).
Animati dalla docta spes, il Centro Studi s’interesserà al dialogo islamo-cristiano e giudaico-cristiano, con visite guidate alla moschea di Roma e alle sinagoghe di Napoli e Roma, e segnalando iniziative interreligiose nazionali e a livello europeo. La Comunità europea ha istituito per il 2008 l’anno europeo del dialogo interculturale, nel tentativo di promuovere l’incontro tra popoli e culture e di scoprire la diversità e le alterità come dono e ricchezza. In ultimo, ma non meno importante, il percorso della Luce attraverso l’Arte.
L’impegno della docta caritas ci spinge a promuovere la difesa della vita e ad accogliere l’invito dei vescovi italiani a creare dei forum per la discussione sul significato sacro e inviolabile della persona umana, ponendo attenzione al ruolo della famiglia nella trasmissione della fede e dei valori del Vangelo. Agendo poi sul territorio campano, il Centro Studi Francescani, attraverso la collaborazione con le Scuole e altre Agenzie formative, approfondirà il problema ecologico e dei rifiuti urbani, avendo come obiettivo la formazione al senso civico e alla scoperta delle piazze e degli spazi pubblici come nuove agorà. Il dialogo globale del terzo millennio deve essere anzitutto «glo-cale»: perché parte dai luoghi che noi abitiamo. Ha origine non dagli spazi anonimi della rete e di internet, ma nelle nostre case; e prende forma a partire dai quartieri, dalle strade che percorriamo giorno per giorno, dai piccoli villaggi che costruiamo lì dove viviamo, operiamo, produciamo…
4 ottobre 2008
Solennità di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.
Il Direttore
Prof. Edoardo Scognamiglio
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