E’ questo il tema affrontato dal prof. Brunetto Salvarani durante l’incontro online promosso dall’arcidiocesi di Salerno, Campagna, Acerno martedì 8 novembre alle ore 19,30. Brunetto Salvarani è docente di Teologia della Missione e del Dialogo presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, ha tenuto lezioni e collaborato con varie Università. Studioso di teologia narrativa, è ritenuto uno dei maggiori esperti di dialogo ecumenico e interreligioso e autore di numerosi saggi. Egli ha esordito affermando che il cambiamento attuale è un “cambio d’epoca”, rifacendosi a Papa Francesco. Svariati sono i segni di tale cambiamento: il pluralismo religioso che abita le nostre città, l’esculturazione del cristianesimo dovuta anche alla scarsa testimonianza dei cristiani, l’incapacità a trasmettere la fede alle nuove generazioni. Oggi si è cristiani per scelta non per fatto culturale e sociale. Tutto ciò è un kairos, è un’opportunità per riscoprire la fede cristiana, se si mettono in atto tre passaggi fondamentali. Il primo è quello di ‘Tornare a pensare’, poiché c’è carenza culturale anche a livello ecclesiale. La cultura, le lettura, lo studio non vengono più considerati un valore. L’analfabetismo biblico e religioso è inquietante, non dovrebbe lasciarci indifferenti, ha rimarcato Salvarani. Il secondo passaggio è ‘Porre le domande corrette’. Bisogna chiedersi che cosa significa essere cristiani, essere chiesa, perché è finita la cristianità. La risposta può essere trovata solo nell’alterità, nel confronto con le diversità, poiché l’alterità ora ci abita e ci interpella e non possiamo ignorare tutto ciò. Il dialogo ecumenico e interreligioso deve passare dall’ambito degli specialisti a quello della gente comune, promuovendo la formazione nelle nostre comunità. Bisogna riscoprire Nostra Aetate n. 4, il mistero della chiesa alla luce del vincolo con Israele. Bisogna far conoscere e approfondire anche il Documento di Abu Dabhi sulla fratellanza universale, sottoscritto da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al Azhar Al-Tayyeb (4 febbraio 2029). Dobbiamo educarci – ha rimarcato il teologo Salvarani – alla convivenza e alla cittadinanza comune, superando ogni forma di discriminazione. Il terzo passaggio ‘Una proposta concreta’. Nel cammino sinodale della chiesa, a partire dalle comunità locali, bisogna includere anche il dialogo ecumenico e interreligioso, promuovendo l’ecologia delle relazioni, dei rapporti umani. Bisogna educare alla fraternità e alla sororità, perché il sinodo non si fa senza l’apporto delle donne, superando atteggiamenti paternalistici. Il prof Salvarani ha concluso il suo intervento con un detto dei rabbini: “Se non ora, quando?”.
di Lucia Antinucci
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