Grande successo per il secondo incontro ecumenico
Incontri che generano unione su argomenti che generarono divisione. Ha avuto luogo lo scorso 10 dicembre, presso la sezione San Tommaso della Facoltà Teologica di Napoli, un nuovo appuntamento della rassegna I lunedì di Capodimonte, ciclo di incontri ecumenici a tre voci (una cattolica, una ortodossa e una protestante) progettato per essere laboratorio di dialogo e di unità tra i cristiani delle diverse confessioni. Un ciclo, promosso dal Consiglio Regionale delle Chiese Cristiane della Campania in collaborazione con la stessa Facoltà Teologica e il Centro Studi Francescani per il dialogo interreligioso, giunto alla sua seconda edizione, dedicata quest’anno alla vita sacramentale delle comunità cristiane, con un programma incentrato sulla prassi ecclesiale delle diverse denominazioni, per scoprire insieme il modo in cui viene concretamente vissuto il mistero di Gesù nella vita delle Chiese.
Dopo il primo appuntamento dedicato a Il Battesimo nella prassi sacramentale, tenuto il 19 novembre, lunedì scorso si è parlato della Eucaristia, memoriale della nuova alleanza, dono di Cristo per le Chiese. «Prendete, questo è il mio corpo» è il versetto del Vangelo secondo Matteo (Mt14,22) dal quale hanno preso le mosse le relazioni del professor don Antonio Ascione (voce cattolica), docente di filosofia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, dell’archimandrita Georgios Antonopoulos (voce ortodossa) della Chiesa greco-ortodossa di Napoli del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e della pastora Kirsten Thiele (voce protestante), guida della Chiesa luterana di Napoli, moderate dal teologo e giornalista napoletano Michele Giustiniano, specialista in ecumenismo e dialogo interreligioso.
L’archimandrita Antonopoulos ha offerto una panoramica delle riflessioni bibliche e patristiche sull’eucaristia, attinte sia alla riflessione orientale che a quella occidentale. A questo riguardo, ha messo in luce la centralità del concetto di koinonia nei testi di San Paolo. Padre Georgios ha inoltre presentato le posizioni della teologia ortodossa contemporanea, sia di matrice russa sia di matrice greca, in tema di eucaristia, evidenziando la natura sostanzialmente ecclesiologica della riflessione.
La pastora Thiele si è soffermata invece sulle connessioni strettissime tra il sacramento dell’altare – come lo chiamava Lutero – e la Parola di Dio, particolarmente importanti nella tradizione evangelica, tanto da definire i sacramenti stessi come «Parola visibile». Ha parlato della fede luterana nella reale presenza del Corpo e del Sangue di Gesù nelle specie del pane e del vino, ma ha anche sottolineato la mancanza di una precisa definizione del mistero eucaristico negli scritti di Lutero. Ha evidenziato infine come la presenza di un ministero ordinato deputato alla celebrazione del sacramento non escluda teologicamente la possibilità che sia un laico ad amministrarlo, come di fatto spesso avviene nella prassi ecclesiale luterana e più genericamente evangelica.
Il professor Antonio Ascione, ancor prima di qualsiasi disquisizione accademica, ha voluto condividere le proprie esperienze passate di parroco a Torre Annunziata, vissute in fraterno ed ecumenico legame con la comunità luterana del luogo e con il pastore Poggioli che la guidava. A questo riguardo, ha sottolineato l’importanza di quei tanti piccoli scambi quotidiani di gesti fraterni che animano il cosiddetto «ecumenismo dal basso» e rappresentano la linfa vitale del movimento ecumenico.
Ampio spazio è stato riservato infine alle domande della platea dei partecipanti, che hanno dato vita ad un brioso ed entusiasmante dibattito.
Nel corso dell’incontro, l’eucaristia è stata chiamata con termini come cena del Signore, sacrificio, memoriale, anamnesi, metavolì (trasformazione), pasqua domenicale ecc. Parole diverse per parlare dell’Unico Mistero eucaristico, così come cattolico, protestante e ortodosso si sono rivelate parole diverse per chiamare l’Unica Sposa di Cristo che è la Chiesa.
Dopo il primo appuntamento dedicato a Il Battesimo nella prassi sacramentale, tenuto il 19 novembre, lunedì scorso si è parlato della Eucaristia, memoriale della nuova alleanza, dono di Cristo per le Chiese. «Prendete, questo è il mio corpo» è il versetto del Vangelo secondo Matteo (Mt14,22) dal quale hanno preso le mosse le relazioni del professor don Antonio Ascione (voce cattolica), docente di filosofia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, dell’archimandrita Georgios Antonopoulos (voce ortodossa) della Chiesa greco-ortodossa di Napoli del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e della pastora Kirsten Thiele (voce protestante), guida della Chiesa luterana di Napoli, moderate dal teologo e giornalista napoletano Michele Giustiniano, specialista in ecumenismo e dialogo interreligioso.
L’archimandrita Antonopoulos ha offerto una panoramica delle riflessioni bibliche e patristiche sull’eucaristia, attinte sia alla riflessione orientale che a quella occidentale. A questo riguardo, ha messo in luce la centralità del concetto di koinonia nei testi di San Paolo. Padre Georgios ha inoltre presentato le posizioni della teologia ortodossa contemporanea, sia di matrice russa sia di matrice greca, in tema di eucaristia, evidenziando la natura sostanzialmente ecclesiologica della riflessione.
La pastora Thiele si è soffermata invece sulle connessioni strettissime tra il sacramento dell’altare – come lo chiamava Lutero – e la Parola di Dio, particolarmente importanti nella tradizione evangelica, tanto da definire i sacramenti stessi come «Parola visibile». Ha parlato della fede luterana nella reale presenza del Corpo e del Sangue di Gesù nelle specie del pane e del vino, ma ha anche sottolineato la mancanza di una precisa definizione del mistero eucaristico negli scritti di Lutero. Ha evidenziato infine come la presenza di un ministero ordinato deputato alla celebrazione del sacramento non escluda teologicamente la possibilità che sia un laico ad amministrarlo, come di fatto spesso avviene nella prassi ecclesiale luterana e più genericamente evangelica.
Il professor Antonio Ascione, ancor prima di qualsiasi disquisizione accademica, ha voluto condividere le proprie esperienze passate di parroco a Torre Annunziata, vissute in fraterno ed ecumenico legame con la comunità luterana del luogo e con il pastore Poggioli che la guidava. A questo riguardo, ha sottolineato l’importanza di quei tanti piccoli scambi quotidiani di gesti fraterni che animano il cosiddetto «ecumenismo dal basso» e rappresentano la linfa vitale del movimento ecumenico.
Ampio spazio è stato riservato infine alle domande della platea dei partecipanti, che hanno dato vita ad un brioso ed entusiasmante dibattito.
Nel corso dell’incontro, l’eucaristia è stata chiamata con termini come cena del Signore, sacrificio, memoriale, anamnesi, metavolì (trasformazione), pasqua domenicale ecc. Parole diverse per parlare dell’Unico Mistero eucaristico, così come cattolico, protestante e ortodosso si sono rivelate parole diverse per chiamare l’Unica Sposa di Cristo che è la Chiesa.
di Michele Giustiniano
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