La recente epidemia di EBOLA in Africa orientale non è dissimile per incidenza di mortalità dalle epidemie e pandemie che hanno afflitto il nostro continente nei secoli passati.
Le ultime pandemie di una certa rilevanza sono state l’Asiatica nel 1957 e la Hong Kong nel 68 con circa 4 milioni di morti.
Rispetto alle epidemie di EBOLA già attive in Africa da molti anni, quella di oggi è più aggressiva a rapida espansione con mortalità elevata 50%- 90%.
La preoccupazione più grande è che l’epidemia possa trasformarsi in pandemia favorita dalla rete di trasporti delle aerolinee. È di questi giorni il primo caso di EBOLA nagli USA di un paziente proveniente dalla Liberia.
Alcuni virologi , tuttavia, non ritengono che il virus possa determinare una pandemia, poiché il periodo di incubazione è troppo breve, 5-10 giorni, non contagio per via aerea ma solo per contatto con fluidi corporei, rapida mortalità nel giro di 20 giorni dall’insorgenza dei simtomi. Al momento non esistono presidi farmacologici che possano contrastare la malattia. Restano valide le tecniche di isolamento che si sono sempre praticate nel corso dei secoli e le moderne tecniche di asepsi. Tutto ciò salvo la cattiva mano dei nuovi ” untori” del terrorismo fanatico islamico.
Come dicevo prima EBOLA è già attivo in Africa orientale e sub sahariana da molti anni, favorito dal consumo alimentari di carni di animali portatori di questo filovirus. La scarsa diffusione e il numero contenuto di vittime tra popolazioni di quelle zone non ha destato , probabilmente, l’interesse ad investire in sistemi di prevenzione e cura, tant’è che oggi ci troviamo , come nei secoli passati, a subire una probabile pandemia senza presidi farmacologici per contrastarla. È la crisi dell’eccellenza. Proprio nel periodo più alto della storia della medicina siamo impotenti a contrastare una gravissima epidemia che potrebbe sconvolgere, come in passato, il tessuto socio-economico del mondo intero. Notizia di oggi è che la FDA americana, il più alto e severo organismo di controllo sul farmaco ha dato il via in tempi brevissimi, dopo il caso di EBOLA in USA , alla sperimentazione sull uomo di un vaccino italiano che assicurerebbe una immunità di circa 11 mesi. La sperimentazione su scimmie avrebbe già dato esito positivo.
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