In occasione della XXXIV Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo ebraico-cristiano, prevista per il 17 gennaio, presso il Convitto nazionale ‘Giordano Bruno’ di Maddaloni si è tenuto un convegno moderato dal teologo don Edoardo Scognamiglio. Sono intervenuti: il rabbino capo di Napoli e dell’Italia meridionale Rav Cesare Moscati, S. E. Mons. Pietro Lagnese vescovo di Caserta, la prof Lucia Antinucci docente della Pontificia Facoltà teologica dell’Italia Meridionale ed esperta di dialogo ebraico cristiano. Il Rettore prof. Rocco Gervasio ha salutato i convenuti sottolineando l’importanza della conoscenza della cultura ebraica, che ha dato un grande contributo all’affermazione dei valori etici e democratici. Don E. Scognamiglio ha introdotto l’incontro sottolineando che la giornata del dialogo è stata promosso dalla Chiesa cattolica a partire dal 1989 per dare concretezza al dialogo ebraico-cristiano, in quanto la giornata è preparata congiuntamente dal Rabbinato d’Italia e dalla Conferenza episcopale italiana (CEI), sia nella scelta del tema, sia nella pubblicazione del messaggio ufficiale da parte dei due organismi. Dopo aver esaurito, come tema per la giornata, l’intero ciclo delle Dieci Parole (i Dieci Comandamenti), poi le cinque Meghillòt, i ‘Rotoli’, piccoli e densi libri biblici, quest’anno si è scelto di trattare il brano profetico di Isaia 40. Questa giornata costituisce il punto di partenza per un impegno costante a portare avanti il dialogo, memori della testimonianza dei rapporti fraterni con l’ebraismo, inaugurati da Giovanni Paolo II e proseguiti poi con Benedetto XVI e Papa Francesco. L’orizzonte, in modo congiunto da parte di ebrei e cristiani, si allarga a tutta l’umanità realizzare la solidarietà la tzedaqà (giustizia) e la fraternità. Rav Moscati ha sottolineato il compiacimento da parte dell’ebraismo sul cambiamento dei rapporti della Chiesa cattolica con l’ebraismo rapporti basati sulla conoscenza reciproca, sul rispetto e sulla condivisione dell’impegno per combattere l’antisemitismo e qualsiasi forma di intolleranza e pregiudizio. Rav Moscati ha poi commentato il testo biblico proposto per la giornata del dialogo: Nahamù nahamù ‘ammì”, “Consolate, consolate il mio popolo” (Is 40,1-11), brano che nella comunità ebraica è vissuto con molta intensità e specificità. Occorre avere fiducia nel futuro perché ci sentiamo preceduti e superati dall’azione di Dio che opera oltre le nostre stesse attese. Fondati sull’amore incrollabile dell’Eterno, siamo in grado di guardare con fiducia al tempo che ci sta davanti, indagando nuovi percorsi, creando sentieri per costruire insieme un futuro di speranza, portando il nostro servizio nella società. Mons. Lagnese ha sottolineato l’importanza del dialogo ebraico-cristiana per la Chiesa cattolica, per l’approfondimento della radice vitale del cristianesimo che è l’ebraismo, con stima e rispetto. Il vescovo di Caserta ha poi commentato Is 40,1-11, evidenziando che il testo profetico è un annuncio di consolazione per il popolo d’Israele, chiamato a stare saldo nella fiducia che il suo Signore non lo abbandonerà. Il messaggio è rivolto anche all’umanità di oggi segnata da sciagure e sofferenze, come le guerre e la pandemia, la miseria e lo sfruttamento. Assieme ai nostri fratelli ebrei bisogna impegnarsi per essere operatori di consolazione, rimuovendo le cause delle sofferenze. L. Antinucci, impegnata non solo nell’approfondimento dell’ebraismo, ma anche nel dialogo e nei rapporti di amicizia con gli ebrei da oltre trent’anni, ha affermato che con l’ebraismo c’è un vincolo particolare (NA 4)., in quanto il cristianesimo deriva dall’ebraismo. Conoscere l’ebraismo significa conoscere meglio anche il cristianesimo. Come sottolineato da vari documenti della Chiesa, occorre rispettare la difficoltà dell’ebraismo nei confronti della fede cristologica. L’alleanza di Dio con Israele non viene mai meno; la chiesa non ha soppianto Israele (teologia della sostituzione). Un altro aspetto importante del dialogo ebraico-cristiano è la collaborazione per migliorare il mondo (Tiqqun olam), con l’impegno per la pace, la giustizia, la salvaguardia della vita e del creato, la santificazione della famiglia. L’incontro è stato seguito dagli studenti con vivo interesse, che hanno fatto domande al rabbino con schiettezza e correttezza. Questo evento costituisce solo il punto di partenza del percorso ebraico-cristiano intrapreso dalla diocesi di Caserta, come la visita alla sinagoga di Napoli e la realizzazione del Giardino dei Giusti al Macrico.
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