Elementi per una teologia delle religioni

W. Löser, Elementi per una teologia delle religioni. Sguardi e passi oltre i confini (GDT 433), traduzione dal tedesco di G. Poletti, Queriniana, Brescia 2021, pp. 255, euro 26.

«Nelle pagine che seguono si tratta anzitutto ed essenzialmente di delineare le vie che i cristiani hanno seguito nel corso della loro storia quando si sono incontrati con persone di altre religioni. In ogni epoca essi hanno gettato i loro sguardi oltre i propri confini nel mondo delle religioni e hanno fatto comunque passi in direzione di esse. È necessario, quindi, esaminare l’autocomprensione che la chiesa cristiana ha dovuto assumere per la sua appartenenza al mondo delle religioni. Ne deriva una quantità di elementi costitutivi di una teologia delle religioni. Nelle pagine che seguono saranno individuati e ripresentati anche con il ricorso a citazioni abbastanza lunghe. Dovrebbe risultare riconoscibile, almeno a grandi linee, un compendio delle affinità tra le religioni. Non resta che sperare e auspicare che il risultato sia accettabile anche sul piano ecumenico. I temi di una “teologia delle religioni” sono talmente ricchi, anzi immensi, che fin dall’inizio dovrebbe essere chiaro che qui di seguito sono presentate solo tracce dei percorsi che potrebbero essere fatti in questa teologia» (p. 6).

L’autore di questo breve saggio, teologo gesuita, già assistente di Karl Lehmann a Friburgo, e poi professore di teologia dogmatica e di teologia ecumenica fino al 2008 all’Università Sankt Georgen di Francoforte sul Meno (Germania), nella sua lucida ed essenziale Prefazione (5-7), lascia ben intendere la prospettiva dalla quale si pone a proposito della teologia delle religioni che, rappresenta, in questo momento storico per le Chiese, un cantiere sempre aperto sia per lo statuto epistemologico sia per il metodo di ricerca e il carattere interdisciplinare dei suoi contenuti.

Il saggio è suddiviso in tre capitoli: La Bibbia come testimonianza e fonte di una teologia delle religioni (pp. 25-34); Tracce nella storia della chiesa e della sua teologia (pp. 35-172); Temi di una teologia delle religioni (pp. 173-243). Il testo è corredato di una lunga Introduzione (pp. 9-24) e di una brevissima Postafazione (pp. 245-246). Nell’Introduzione si prende atto del fatto che l’elaborazione di una possibile teologia delle religioni avviene sempre in una situazione concreta dal punto di vista della storia della chiesa, del mondo e dello spirito e che si avvale di molti elementi sociologici e antropologici che fanno parte del vissuto culturale e religiose delle singole tradizioni. Si è divenuti consapevoli, poi, del fatto che, nell’incontro con le culture e le religioni delle diverse regioni, la chiesa acquista contorni nuovi. Non è poi sottaciuto che la storia delle relazioni tra le religioni è anche una storia di lacrime e di sofferenza (cf. p. 22). Tuttavia, il dialogo resta l’atteggiamento fondamentale di ogni credente. Nella Postfazione è rimarcato il bisogno di sviluppare sempre di più il dialogo tra i cristiani, oramai presenti in tutto il mondo, e le persone di altre fedi e tradizioni religiose che coabitano sugli stessi territori, senza per questo rinunciare all’annuncio del Vangelo.

Il brevissimo capitolo a carattere biblico è dedicato alla tensione esistente già nel Primo e nel Secondo Testamento tra salvezza universale (Israele e i pagani) e la pretesa cristiana circoscritta nella persona di Gesù Cristo. Se, da una parte, la salvezza è stata offerta a tutti, dall’altra, è data solo per mezzo di Gesù Cristo (cf. Rm 3,25-26). Tuttavia, nel giudizio escatologico di Gesù, raccolto in Mt 25, è presente uno spazio sconfinato di salvezza: «Chi serve i più poveri, incontra in loro proprio Cristo che s’identifica con quanti hanno bisogno d’aiuto. In questo senso, il discorso del giudizio parla dell’offerta di salvezza universale di Dio, ma senza mettere in gioco anche la mediazione cristologica» (p. 33). Di fatti, la Sacra Scrittura conosce, rispetto alle religioni, «sia un sì che un no, un fedele insistere sulla propria posizione e contemporaneamente un interesse aperto all’altro. In questo modo è indicata una cornice dentro la quale anche la chiesa deve cercare e trovare la sua strada camminando nella storia, nelle sue situazioni di volta in volta concrete e di fronte a interlocutori concreti di altre religioni» (p. 33).

La parte più densa del saggio è presente nel capitolo secondo che ha un carattere storico-critico e teologico-sistematico e ripresenta dati già acquisiti e ripetuti da ogni possibile manuale di teologia delle religioni, fino a favorire una sintesi dei recenti approcci a una teologia delle religioni (cf. pp. 155-172). Si considera il contributo dei padri della chiesa, il dialogo tra cristiani ed ebrei, poi tra cristiani e musulmani, con riferimenti a Raimondo Lullo e a Niccolò Cusano, passando per la critica razionalista di Lessing e la filosofia della religione di Hegel, ripercorrendo anche le tappe più importanti del dialogo interreligioso attraverso il Vaticano II.

L’ultimo capitolo, dedicato ai temi di una teologia delle religioni, si sofferma sul significato (identità e missione) della chiesa come fondazione di Dio, sul tema della povertà e della libertà di religione e ai dialoghi ufficiali nella Chiesa cattolica. L’autore osserva che, nel dialogo tra le religioni, «rientra anche il fatto che il proprio punto di partenza è messo in discussione e non viene taciuto. Per questo non è da escludere che esso, nel corso del dialogo, possa essere mutato, anzi c’è addirittura da aspettarselo» (p. 199). In fin dei conti, rileva l’autore, la religione manifesta, almeno sul piano fenomenico, la dimensione più profonda (la coscienza simbolica) del nostro venire al mondo e abitare socialmente in un determinato territorio. Resta il problema di ulteriori distinzioni tra le religioni (abramitiche, orientali, primitive, ecc.) che esigono una comprensione nei loro contesti d’origine e di sviluppo, da qui il bisogno di uno scambio dialogico tra i diversi partner religiosi affinché ci si comunichi la propria esperienza di fede, ascoltando il punto di vista dell’altro. [Edoardo Scognamiglio].

 

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