Il Centro Studi Interreligiosi della Gregoriana il 17 gennaio alle ore 18,00, ha promosso un Forum, in presenza e online, sul tema ‘E ti vengo a cercare. L’invito al viaggio spirituale di Franco Battiato. Una lettura teologica’.Il relatore è stato il prof. Paolo Trianni, docente della Gregoriana, esperto di religioni asiatiche e in particolare dell’India e porta avanti il progetto del vegetarianesimo cristiano. Egli ha evidenziato il grande spessore di Battiato come artista (compositore,musicista, pittore e regista) di fama internazionale, per il quale ha nutrito grande ammirazione. Il cantautore (nato il 23 maro 1945 e deceduto il 18 maggio 2021) è stato un uomo alla ricerca, proteso verso il sacro, con un percorso molto personale, che si pone aldilà delle forme istituzionali e storiche. I suoi testi manifestano certamente una grande saggezza. Come comunità accademica occorre però, ha puntualizzato il prof. Trianni, tentare anche una lettura teologica del messaggio dell’artista, che fa emergere le contraddizioni e i limiti della sua esperienza interreligiosa, senza alcun giudizio sulla sua persona. Quella di Battiato in senso tecnico va definita una tendenza al sincretismo, al relativismo, al pluralismo religioso radicale, avendo abitato realtà molto diverse tra loro, come l’induismo, il sufismo, il buddhismo, il cristianesimo, riscoperto soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Battiato seguiva le sue intuizioni senza sottoporle al discernimento del rigore argomentativo. Leggeva tanti libri a carattere divulgativo, mai di natura storica, esegetica o teologica. Per la sua tendenza spirituale/mistica ha seguito vari maestri, tra cui particolarmente il filosofo armeno Georges Ivanovič Gurdjieff, letterato che negli anni ha teorizzato sullo scopo finale delle religioni. Secondo Gurdjieff l’uomo dovrebbe puntare alla coscienza e al risveglio, favorendo il superamento degli automatismi psicologici ed esistenziali che condizionano l’essere umano. È dalle teorie del filosofo, morto in Francia nel 1949, che è nata l’ispirazione grazie al quale Battiato ha scritto il centro di gravità permanente, uno dei suoi più grandi capolavori musicali: “Da solo con un’esperienza da autodidatta avevo scoperto quella che in Occidente, si chiama meditazione trascendentale, ma nel pensiero di Gurdjieff vidi disegnato perfettamente un sistema che già avevo intuito e frequentato – spiegò una volta Battiato -. Esistono tante vie, esiste Santa Teresa e San Francesco; quella di Gurdjieff mi era molto congeniale. Una specie di sufismo applicato all’Occidente, all’interno di una società consumistica”. Battiato ha dissociato il sufismo dall’islam, seguendo alcuni autori secondo cui tale corrente mistica dipende dal buddhismo,dal cristianesimo, dallo gnosticismo e non dal Corano. Battiato non ha offerto la risposta, ha sottolineato il relatore, all’interrogativo se per lui se Dio sia Persona o legge cosmica. Riprendendo Simone Weil, secondo il cantautore le religioni sono diverse ma la mistica è identica. Forse Battiato, si è chiesto il prof. Trianni, ha fatto esperienza della vacuità buddhista dello ‘spavento supremo’, che si scopre quando non c’è più l’io ma neppure Dio. Battiato ha espresso la tendenza culturale postmoderna, ha evidenziato il prof. Trianni, di una religiosità vaga e individualistica. Battiato ha seguito anche Pannikkar, secondo il quale tutte le religioni storiche sono relative, perché quella vera va oltre le dottrine e i riti (apofatismo). Il cantautore, non ponendosi l’interrogativo del valore dell’ortodossia, ha optato per l’ortoprassi, cioè la pratica della meditazione senza indagare il suo contenuto. Il relatore Trianni ha concluso rimarcando che Battiato va molto apprezzato come uomo e come artista, per il quale la dimensione empirica dell’esistenza non va assolutizzata, perché bisogna trascenderla.
di Lucia Antinucci
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