Incontro interreligioso di giovedì 23 giugno 2021 del Gruppo ‘Spirito di Assisi’ che fa parte del Centro Studi francescani per il dialogo interreligioso e le culture, sul tema ‘Fede e libertà spirituale’ (diretta Facebook). Hanno partecipato all’incontro il Rev. Li Xuanzong Pregetto generale dei taoisti d’Italia, Amedeo Imbimbo presidente nazionale della comunità Sanghà Rimé (buddhismo tibetano), il pastore luterano Ulrich Hossbach, Caterina Cirma e Bezhad Mirzaagha, Angela Furcas e Silvio Cossa per la fede Baha’i, la coordinatrice del gruppo Lucia Antinucc, portavoce dei saluti del direttore del Centro studi, il teologo don Edoardo Scognamiglio, trattenuto da un imprevisto.
Introduzione di Lucia Antinucci – Spesso nell’attuale sociale la fede viene fraintesa, si ritiene che sia un’evasione consolatoria dai dolori e dai problemi del presente, un toccasana prodigioso che mette tutto a posto. Questa è la mentalità religiosa magica; la fede invece contribuisce alla trasformazione del presente per i suoi profondi valori morali e spirituali. La fede dischiude al presente orizzonti nuovi, contribuisce a dare una risposta al senso della vita, della felicità. La fede, vissuta in modo autentico, porta alla vera autorealizzazione, alla pace e all’armonia con se stessi, con gli altri, con l’ambiente. La fede è autentica gioia – nonostante le ferite del presente – perché è un’esperienza di profonda libertà. Anche questo è un tema attualmente molto travisato. La libertà viene intesa come il libertinaggio per poter fare tutto ciò che si vuole, noncuranti delle leggi morali e civili. La nostra esistenza è limitata; la libertà altrui costituisce un limite alla libertà personale, come ci insegna anche la filosofia. Noi viviamo nella società, dobbiamo relazionarci agli altri e questo comporta, per rispettare la convivenza civile, le relazioni umane e sociali, il porsi dei limiti. La libertà di cui si parlerà questa sera è diversa da come viene intesa dal pensiero secolaristico ed edonistico attuale. La libertà spirituale è intima, profonda; rompe le catene – ovviamente non in modo magico ma progressivo, attraverso un lento e costante itinerario – di tutto ciò che schiavizza il nostro cuore e non ci fa respirare a pieni polmoni. Si tratta della libertà dalla schiavitù delle passioni (ad esempio dalla ricchezza, dal narcisismo, dall’edonismo). Le passioni appagano il piacere momentaneo del possesso ma non ci donano la vera felicità. I piaceri anche sono importanti nella vita, ma sempre con moderazione, con saggezza. Le passioni sono manifestazione del nostro egoismo che è la schiavitù radicale, la nostra incapacità ad amare veramente, con generosità, ad autodonarci. Anche nelle nostre esperienze affettive e di amicizia spesso noi ricerchiamo sempre noi stessi. La piena libertà spirituale è il dono ricevuto dai mistici, dalle persone veramente mature, equilibrate, sagge. Ciascuno di noi deve compiere un processo di autoliberazione per poter sperimentare la vera libertà spirituale e quindi la felicità. In questo itinerario non siamo soli con la nostra fragilità; la fede come apertura al Mistero è per noi fonte di fiducia e speranza.
Sintesi della riflessione del rev. Li Xuanzong – Nella società attuale c’è la ricerca di una vaga spiritualità mentre c’è il rifiuto della fede, della religione, dell’anelito ad divino. Ogni religione comincia sempre con una rivelazione che può essere universale o personale (che si manifesta nel cuore dell’uomo) e la fede è la risposta a una chiamata. Per il taoismo la spiritualità è l’anima della fede religiosa e deve sfociare nel miglioramento della realtà materiale. La fede adulta porta all’agire in base ai valori morali e religiosi e nasce da un incontro: “Dio esiste, io l’ho incontrato!” (André Frossard).
Riflessione di Amedeo Imbimbo –“I temi della libertà spirituale e della fiducia sono affrontati nei capitoli relativi alla preziosa esistenza umana nei principali trattati di Dharma, come ad esempio il “Lam Rim Chen Mo – Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione” di Lama Tsong-Kha-Pa o il “Il Gioiello magico del Dharma supremo” del signore Gampopa. La preziosa esistenza umana è la prima delle quattro nozioni fondamentali che trasformano la nostra mentalità, come insegnato da Kalu Rinpoce. “La preziosa esistenza umana. / La vita umana è preziosa, libera e qualificata, / Difficilmente si ottiene e facilmente è perduta.” (Testo estratto dal “Nettare degli Yogi senza complicazioni” – Kusali – Aria Jonangpa). Si possono semplicisticamente individuare tre tipi di esistenza umana: La cattiva esistenza umana: la condizione in cui, in preda alle emozioni conflittuali, si segue uno stile di vita non virtuoso che è causa di sofferenze; l’esistenza umana banale: la condizione ordinaria della maggior parte degli esseri umani, senza alcuna caratterizzazione particolarmente positiva o negativa; la preziosa esistenza umana: la condizione in cui vi è un vissuto significativo e consacrato alla via spirituale. È importante interrogarsi: libertà da cosa? E libertà di fare cosa? Sebbene tutti gli esseri siano pervasi dalla natura di Buddha, ovvero dalla natura della mente con le qualità innate di saggezza e compassione, non tutti sono nelle condizioni propizie di poterla realizzare. La preziosa esistenza umana è lo stato esistenziale migliore per percorrere il sentiero spirituale verso l’illuminazione. Negli insegnamenti tradizionali si associa la preziosa esistenza umana ad alcune libertà e alcune qualificazioni, quindi non tutti abbiamo la preziosa esistenza umana. Liberi da cosa? Si tratta di libertà dagli stati di coscienza senza libertà, ovvero essere liberi da ciò che oscura la nostra libertà naturale. Vi sono stati in cui l’esistenza: è prevalentemente condizionata dalla sofferenza causata da emozioni conflittuali come odio, rabbia, attaccamento o bramosia, indifferenza o ignoranza, oppure è caratterizzata da stati di grande beatitudine e le emozioni prevalenti sono l’orgoglio e l’invidia. In questi stati si è, dunque, quasi completamente rapiti dalla sofferenza o dalla beatitudine. Nella condizione umana, invece, si può sperimentare la sofferenza, ma si hanno anche la libertà, il tempo e l’energia per impegnarsi nello sviluppo spirituale che conduce al risveglio. Tuttavia, vi sono esseri umani che non hanno le condizioni migliori: chi ignora completamente gli insegnamenti e rifiuta qualsiasi sentiero spirituale; chi persegue visioni erronee, chi vive in tempi e luoghi senza la possibilità di incontrare insegnamenti; chi non ha facoltà di comprensione. Le qualificazioni della preziosa esistenza umana sono relative all’individuo o che si possono acquisire solo grazie agli altri. Le qualificazioni individuali sono: Nascere come essere umano; Nascere in un luogo dove è possibile seguire gli insegnamenti e avere la guida di un maestro; Non avere problemi seri di comprensione degli insegnamenti e di comunicazione; Non aver commesso azioni particolarmente gravi, come ad esempio uccidere il padre o la madre; Avere fiducia negli insegnamenti. Le cinque qualificazioni che vengono da altri fattori sono: Che un buddha si è manifestato in questo mondo, Che il Buddha ha dato i suoi insegnamenti, Che questi insegnamenti sono ancora vivi, Che ci sono ancora persone che seguono quegli insegnamenti, e Che ci sia la presenza in essi di un atteggiamento “d’amore benevolente verso altri” nel dare gli insegnamenti. Spesso non si apprezzano queste condizioni favorevoli e si sprecano il tempo e le energie non impegnandosi nello studio e nella pratica per il risveglio. Non si apprezza che la vita umana “difficilmente si ottiene”: considerando le innumerevoli forme di esistenza, la probabilità di nascere in un corpo umano è infinitesimale. E non si considera a sufficienza che “facilmente è perduta”: la morte è per tutti certa e il momento della morte è incerto. Questa riflessione dovrebbe far emergere l’urgenza della pratica, per non farsi trovare impreparati nel momento del trapasso. La preziosa esistenza umana è ottenuta con le azioni virtuose, con cui poniamo i semi di rinascite felici, abbandonando tendenze egocentriche. La fiducia è uno degli elementi caratterizzanti la preziosa esistenza umana: ci consente di impegnarci con gioia nella via. La fiducia non è fede cieca in dogmi, in verità concettuali, ma ispirazione del cuore. Ci sono tre livelli di fiducia in una prospettiva progressiva: la fiducia dell’ammirazione” o “dello stupore” con cui si ha ispirazione dai Tre Gioielli (Buddha, Dharma, Sangha); la fiducia dell’aspirazione” è fondata sulla prima forma di fiducia, è l’aspirazione a al risveglio; la fiducia della certezza che si ha quando si acquisisce con la pratica l’esperienza autentica della verità degli insegnamenti. “Un passo oltre la fede è la devozione al maestro.”, afferma Chogyam Trungpa Rinpoce. Nel Dharma, la devozione è la ricettività agli insegnamenti.”L’esperienza di mahamudra dipende solo dalla devozione.
Come si dice nei testi: una grande devozione porta una grande realizzazione;una devozione media porta una media realizzazione; una devozione debole porta una realizzazione debole.”(Dal libro “The Profound Treasury of the Ocean of Dharma” – Volume Three “The Tantric Path of Indestructible Wakefulness” di Chogyam Trungpa). Chogyam Trungpausa usa la pioggia che cade su un fiore per descrivere la devozione come apertura. Quando la pioggia cade su un fiore, se il fiore è umile e aperto, può ricevere l’acqua che lo rende bello e gli dà lunga vita; ma se il fiore non è desideroso di pioggia, non si apre. Quindi la devozione è un desiderio ardente di ricevere la verità che è insegnata dal maestro, fino in fondo. Uno studente con devozione è come un fiore aperto alla pioggia. Quando lo studente si apre, lo studente può essere vivo e senza nevrosi. “L’intero processo si basa sulla comprensione del valore della verità che ti è stata insegnata, piuttosto che dipendere da una fede cieca. Senti che ciò che ti è stato insegnato ha senso e che sta iniziando a funzionare su di te. Non importa se sia doloroso o piacevole. Gli insegnamenti stanno cominciando a trasformarti verso la possibilità del non-ego.”(Dal libro “The Profound Treasury of the Ocean of Dharma” – Volume Three “The Tantric Path of Indestructible Wakefulness” di Chogyam Trungpa. Concludo con le parole di San Francesco [tratte dal film di Zeffirelli ‘Fratello sole e sorella luna’) sul tesoro prezioso e raro che dobbiamo riscoprire nelle nostre esistenze per centrarci sull’essenziale: “Sono qualcuno che cerca la Luce. Come un cieco. Io ero un cieco, ma Fratello Sole mi ha finalmente illuminato. E ora riesco a vedere così chiaro. Come posso spiegarmi. Voglio vivere come i passeri del Cielo, voglio respirare la Libertà e la Purezza che loro respirano. Il resto non mi serve, capite? Ma se lo scopo della vita è ridotto a questo ingranaggio folle che umilia le nostre esistenze, non è per me. Ci deve essere qualcosa di meglio. ….. Ed è questo che dobbiamo recuperare! Questo tesoro!”.
Sintesi della riflessione del Pastore Ulrich Hossbach – Il Regno di Dio è in mezzo a noi (cf. Apc 21) ma la società è lontana dalla fede, per cui di va alla ricerca di nuove esperienze spirituali. Occorre rinnovare le strategie pastorali, dando sempre il primato all’annuncio della Parola e alla testimonianza. I giovani rifiutano i discorsi astratti; hanno bisogno di fare un’esperienza autentica di fede quando vengono a contatto con noi. Tale esperienza presuppone l’incontro personale con Dio.
Sintesi della riflessione di Bezhad Mirzaagha – La fede Baha’i annuncia l’unificazione di tutti i popoli, la fratellanza universale, il rinnovamento morale della società. La religione è una realtà progressiva che si attua tramite i messaggeri divini presenti in ogni epoca. Essi sono una manifestazione di Dio; sono persone speciali che hanno una missione educativa, per far emergere la capacità insita in ciascuno di noi di poter migliorare il mondo.
Riflessione di Angela Furcas – Questa vita è una palestra e gli strumenti cognitivi non consentono che l’ombra del vero sapere. Accettare questa tesi accresce la nostra umiltà e la nostra pazienza, cancellando ogni illusione di superiorità. Qualsiasi tipo di Fede è in grado di guidare verso il maggior bene coloro che sinceramente la conoscano a fondo e la pratichino. Il campo della Fede è vasto ed è necessario avvicinare il cuore e la mente ai suoi aspetti diversificati. Se siamo sinceri e amiamo il Bene, lo possiamo riconoscere sotto qualsiasi nome ed espressione. Questo potrebbe cancellare i subdoli estraniamenti che offuscano la Luce insita in ogni Religione e per non fare confronti con i loro Fondatori, che sono di pari prestigio, non avendo portato altro che le Parole di Dio agli uomini del loro tempo. Non vale cambiare Religione, è più importante non sentire fastidio verso i cultori delle altre Fedi, né mostrare indifferenza perché ognuna di esse fa parte del Piano di Dio, conservando la propria identità. Ma è necessario per cancellare quel rovinoso fastidio, di cui Dio non si compiace, di studiare ed avvicinare gli altri credenti e considerarli veri fratelli perché seguaci di un Unico Dio, così come lo sono gli altri che lo vivono e ne interpretano la volontà in altri modi, senza usare la stessa dialettica, perché ogni Messaggero rinnova la visione del mondo e la società anche a vantaggio di coloro che non si identificano nella stessa Fede o in nessuna. Ma è necessario entrare nel loro mondo con la lettura e l’ascolto e l’amicizia se possibile e trarre insegnamento dai loro Scritti rivelati, che sono e saranno in ogni tempo: Parola di Dio. “Cercate la Verità e la Verità vi renderà liberi”. Così dobbiamo cercare la Verità in tutte le Religioni, perché la verità è in tutte, e la Verità è Una (Abdu’l-Bahá). Se vi potessi narrare la Luce che affluisce alla mia mente e al mio cuore da questa pratica correreste tutti a cercare di emularmi perché questo non è altro che sete di Dio e non vi è altri che possa saziarla che ogni Suo cenno inviato sulla Terra dal cielo, nei millenni, attraverso i Suoi Messaggeri, per fare di questo mondo il Suo Regno. Dobbiamo essere cercatori di Dio e dei Suoi segni! Da ogni Libro rivelato ho tratto perle di saggezza e fonti d’acqua limpida mi hanno dissetata, ma il miracolo più grande è avere riconosciuto in ogni Messaggero “la Sua Antica salvifica voce”, non per l’ausilio del linguaggio, ma per il senso profondo e sconosciuto che il mio cuore accoglieva dalla Sua possente Voce, tale da esserne dilaniato. Quanto è importante conoscere le altre Religioni! Ci porta a non cadere nei comuni pregiudizi, che sviano dal vero messaggio che hanno portato i loro fondatori e ad identificarle per le cose malfatte di coloro che non ne hanno compreso lo spirito, ma solo la parte esteriore. Nessun cuore è totalmente puro se alberga il minimo fastidio verso il diverso. Non è forse la superbia che ha fatto precipitare l’Angelo più bello? Il minimo senso di superiorità accende un fuoco che divora ogni azione precedentemente gradita a Dio. Le Schiere celesti hanno vista acuta e vedono ciò che crediamo di celare, hanno il naso fino e ciò che a noi sembra un profumo per esse è ripugnante, ciò che a noi sembra bellissimo per loro è inguardabile. Nessuna cosa dovrebbe farci soffrire più del fatto che gli Angeli voltino il loro viso di luce dalla nostra persona e dal nostro operato. La Misericordia di Dio ci consente se siamo amanti del Suo beneplacito di cambiare e percorrere nuove strade, se riusciamo a distaccarci da quel poco che sappiamo, ed operiamo verso l’infinità della Sua Sapienza e delle Sue Leggi. Bahá’u’lláh richiama gli amanti del Bene sconosciuto, della Grazia mai gustata, della Bellezza mai percepita, con queste parole: “Strappati di dosso gli involucri delle limitazioni, affinchè tu possa giungere a conoscere ciò che tu non hai conosciuto degli stati della Santità”. Dobbiamo essere cercatori dei segni di Dio, che sono ovunque nella Natura e nelle Compagini spirituali di ogni tempo e sentire in ogni monito e in ogni voce la grazia partecipata a tutte le Sue creature, amate dello stesso Amore infinito. “La vera libertà consiste nel non dipendere da altri che da Dio e dall’osservanza dei Suoi comandamenti.” Bahà’u’llàh. Realizzare un’intima unione con Lui e con nessun altro e nessun’altra cosa, deve essere il primo obbiettivo, l’incipit della nuova vita, totalmente sotto la Sua egida. Possiamo ricominciare ogni giorno a colmare la distanza che ci tiene lontani dalle altre creature, amate da Lui dello stesso amore, ed è questo Amore che dobbiamo vedere prima dell’effigie transitoria di ogni essere e di ogni cosa esistente, per agire nel modo giusto. Come possiamo dire di amare Dio se non conosciamo ciò che Lui ha mandato? E come possiamo amare i credenti delle altre Religioni se non sappiamo nulla della loro Fede? Sicuramente ogni diffidenza viene dalla mancanza di conoscenza e se non si vede l’altro come sembianza di Dio non lo si vede nemmeno, tantomeno lo si può amare. E’questo il miracolo del Dialogo interreligioso che inizia l’umanità ad una nuova conoscenza della ragione della Creazione e della sua finalità. Non ci sarà Regno di Dio finché ci sarà disconoscimento dell’altro e della sua Fede. I mali che imperversano ci fanno stringere gli uni agli altri sul piano fisico e su alcuni diritti, ma non basta, finchè non ci sarà libertà spirituale per amore del piano di Dio e rispetto delle scelte di ognuno senza prevaricare la volontà di Dio per la sua evoluzione, sarà agire per superbia nei confronti di chi non consideriamo nostro pari. Chiudo con questo messaggio di speranza tratto dall’Antologia di Abdu’l-Bahá, pag.39: “Ecco che oggigiorno si può realizzare l’Unità di tutta l’umanità: questa non è che una delle mirabilia di questa meravigliosa età, di questo secolo glorioso. Di ciò ere passate furono prive, giacché questo secolo- il Secolo della Luce- è stato dotato di gloria, poteri e illuminazioni straordinari e senza precedenti. Di qui il nuovo svelarsi, ogni giorno, di un nuovo prodigio, e alla fine si vedrà di quale splendore rifulgeranno le sue luci, nell’accolta umana. Osservate come il suo fulgore albeggi sull’oscuro orizzonte del mondo. La prima Luce è l’unità in campo politico, e i primi bagliori già li possiamo discernere. / La seconda Luce è l’unità di pensiero nelle imprese del mondo, il cui adempimento sarà bene presto testimoniato./ La terza Luce è l’unità nella libertà, che presto si realizzerà. / La quarta Luce è l’unità nella Religione ch’è la pietra angolare di tutto l’edificio e che, per il potere di Dio, sarà rivelata in tutto il suo fulgore. / La quinta Luce è l’unità delle nazioni- che sarà stabilita, senza dubbio, si che tutti i popoli del mondo si reputeranno come cittadini di una comune Patria. / La sesta Luce è l’unità delle razze, che fa di tutti coloro che dimorano sulla terra, popoli e genti della medesima razza. / La settima Luce è l’unità dell’idioma, cioè la scelta di una Lingua universale a cui tutti i popoli saranno educati e nella quale converseranno, senza rinunciare alla propria. Tutto ciò avverrà, inevitabilmente, perché il potere del Regno di Dio, presterà aiuto e soccorso.” Nella speranza delle Sette Luci, auguro al mondo, felice attesa!
Lucia Antinucci ha concluso l’incontro, dando l’appuntamento al prossimo settembre (si auspica in presenza), evidenziando che tutte le religioni convergono sul fatto che la religione non è evasione dal presente ma contribuisce al suo miglioramento, cominciando dalla vita personale. La fede è una profonda esperienza di spiritualità, un itinerario di liberazione personale dalle passioni o stati o schiavitù varie che impediscono la propria realizzazione e la felicità.
A cura di Lucia Antenucci
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