Il quinto incontro del Forum promosso dal Centro Studi Francescani per il Dialogo Interreligioso e le Culture si è svolto sabato 14 dicembre. Il tema è stato affrontato dal prof. Aniello D’aniello, saggista, che ha catalizzato l’attenzione dell’assemblea con il suo stile brioso, creativo e provocatorio. Egli ha esordito affermando che i “nuovi stili di vita stanno diventando sempre più gli strumenti che la gente comune ha nelle proprie mani per poter cambiare la vita quotidiana e anche per poter influire sui cambiamenti strutturali che devono accadere mediante le scelte dei responsabili della realtà politica e socio-economica. I nuovi stili di vita [che chiamano in causa la fedeltà al Vangelo nell’oggi] vogliono far emergere il potenziale che ha la gente comune di poter cambiare la vita feriale mediante azioni e scelte quotidiane che rendono possibili i cambiamenti”.
Il prof. D’Aniello, partendo da Lc 12,16-21, si è soffermato – anche con riferimenti molto concreti – su tre ambiti: quello personale e familiare, quello comunitario e sociale e quello istituzionale e sistemico, che si realizza tramite decisioni e delibere politiche. I nuovi stili di vita richiedono un nuovo rapporto con le cose: “da una situazione di servilismo alla relazione di utilità, dal consumo sfrenato al consumo critico, dalla dipendenza all’uso sobrio e etico. Stile farfalla o delfino: farfalla come evanescenza, vacuità e delfino come animale ammaestrato, come le cose ammaestrano noi”. Il relatore ha poi sottolineato la grande responsabilità dei consumatori, privilegiando l’acquisto solidale (Gruppi di Acquisto Solidale / GAS): “Se una azienda persevera in comportamenti di sfruttamento, ingiustizia sociale o inquinamento ambientale, possiamo attuare – ha sottolineato il relatore – il boicottaggio: è un’azione forte che viene messa in atto quando molte persone scelgono, contemporaneamente, di non acquistare i prodotti dell’azienda”. E’ importante anche privilegiare i prodotti artigianali, locali.
Prendendo lo spunto da Mt 9,10-13 il prof. D’Aniello ha evidenziato che occorre recuperare i rapporti interpersonali, rispettando le diversità: “ I rapporti umani sono sempre più trascurati, perché la nostra grande preoccupazione sono le cose e non le relazioni umane. Noi siamo gli altri e abbiamo bisogno di comunicazione, di affetto e di amore”. Occorre mettere in atto la pedagogia del dialogo e la terapia dell’incontro, considerando l’altro una ricchezza, non una minaccia.
Alla luce di Mt 14,22-33 il saggista D’Aniello si è poi soffermato sul nuovo rapporto con la natura, passando “dalla violenza ambientale al rispetto del creato, dalla mercificazione della natura alla relazione con ‘nostra madre terra’, dall’uso indiscriminato alla responsabilità ambientale. Stile rana: il cambiamento è il bacio che ci trasforma in principi altrimenti resteremo a gracidare nei nostri stagni di egoismi”. Bisogna ascoltare il grido della terra che soffre, perché ‘ha la febbre’. Il relatore, come soluzione, ha presentato la strategia delle quattro erre: ridurre, riutilizzare, riciclare, riparare. L’acqua è essenziale – ha sottolineato – per la vita e non va sprecata, applicando – ad esempio – un semplice ‘riduttore di flusso’ al rubinetto di casa; analogamente bisogna evitare lo spreco dell’elettricità.
Partendo da Mt 4,18-22 il prof. D’Aniello ha parlato del nuovo rapporto con il territorio “come luogo del nostro vivere quotidiano passando dall’idea di ‘penso solo al mio’ a ‘questo è nostro’, dall’interesse privato all’interesse comune, dall’indifferenza alla partecipazione, dalla deturpazione alla rigenerazione”. Bisogna sviluppare atteggiamenti di fiducia: in se stessi, negli altri e nel futuro; occorre realizzare la partecipazione.
I nuovi stili richiedono un nuovo impegno di solidarietà sociale (cf. Lc 10,29-37): “tutto intorno a noi è costruito e strutturato pensando al singolo individuo. Abbiamo bisogno di riallacciare i fili di relazioni solidali, di ricostruire rapporti di fiducia, di non lasciare nessuno indietro, di fare rete sociale per il bene comune. Stile libero: solo l’uomo libero può volgere il suo sguardo all’altro”. Occorre promuovere il volontariato, l’intercultura, la convivialità delle differenze, per attuare una solidarietà intelligente, che non è l’elemosina, ma la giustizia.
Il dibattito ha portato all’approfondimento di alcune strategie concrete, come il prendersi cura delle piante, fare la raccolta differenziata, per mettere in pratica i nuovi stili di vita.
di Lucia Antinucci
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