Difesa dell’ambiente e salute

Il dott. A. Correra, del distretto sanitario di Maddaloni, è stato il relatore del secondo incontro del Forum promosso dal Centro studi francescani per il dialogo interreligioso e le culture, che si è svolto sabato 16 novembre in via San Francesco n. 117 alle ore 17,00. Il tema dell’incontro è stato ‘ I frutti della nostra terra: difesa dell’ambiente e salute’. Il direttore del Centro studi, il teologo don E. Scognamiglio, ha introdotto l’incontro facendo risaltare che esso intende contribuire alla  consapevolezza cittadina delle criticità della Terra dei fuochi. Come segno di un nuovo stile di vita – ha evidenziato don Scognamiglio  – il Centro studi per Natale donerà un po’ di terra e dei semi, affinchè ci si prenda cura di una pianta, come alternativa al consumismo che sfrutta la terra.

Il dott. Correra ha introdotto il suo discorso facendo notare come si è passati dalla Campania felix (terra prospera), alla Terra di lavoro (operosità delle persone), alla Terra dei Fuochi, denominazione usata da Lega ambiente. Dagli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta il territorio ha subìto una forte devastazione: cave, terreni dismessi, sono stati riempiti di rifiuti tossici di ogni tipo, provenienti dal Nord Italia. Politici corrotti hanno consentito alla camorra di smaltire i rifiuti tossici (diossina, idrocarburi, metalli pesanti che hanno contaminato anche la catena alimentare), essendo una fonte di guadagno molto elevata. I rifiuti tossici sono stati smaltiti anche nei terreni coltivabili, facendo credere agli ignari contadini che si trattasse di fertilizzanti. Alcuni, invece, sono stati complici, in quanto sono stati pagati per consentire l’inquinamento. A tutto ciò – da qui la denominazione Terra dei fuochi – si uniscono i roghi quotidiani dei rifiuti di ogni tipo che vanno ad intossicare il territorio. Non è stata ancora avviata alcuna bonifica, nonostante  che nel territorio in questione ci siano tre bombe ecologiche – ha puntualizzato il relatore accennando anche a tematiche scientifiche in modo chiaro ed efficace – con forte concentrazione di diossina, per cui l’80% del territorio devastato non è coltivabile.

Il dott. Correra ha accennato anche ad uno Studio della Sanità pubblicato nel 2015 da cui emerge, l’eccesso di mortalità, l’ospedalizzazione, i tumori nella Terra dei fuochi. La salute infantile risulta essere fortemente compromessa, con tumori e patologie del sistema nervoso centrale. Il dott. Correra ha parlato poi di uno Studio degli americani per tutelare la salute dei soldati USA nella Terra dei fuochi, pubblicato sull’Espresso con la copertina Vedi Napoli e poi muori. Gli americani, che nelle loro basi militari hanno i depuratori, hanno riscontrato 240 elementi inquinanti dell’acqua, per cui i militari possono rimanere nella Terra dei fuochi non più di sei anni, per salvaguardare la loro salute. Per avere pubblicato le conclusioni dello studio, l’Espresso è finito sotto processo, ma poi è stato assolto. Il relatore ha fatto riferimento anche ad uno Studio durato dieci anni della Commissione parlamentare d’inchiesta, secondo cui l’inquinamento è stato trasferito nella terra e nel cibo, ma non è possibile determinare l’entità della contaminazione. Le conseguenze della devastazione si vedranno tra cinquant’anni. Per il benessere fisico è molto importante l’alimentazione che  si basa sulla produzione agro-alimentare, ma essa compatta con l’ambiente che però – è stato ripetutamente evidenziato nel corso della serata – è sottoposto a una devastazione totale. Bisogna chiedersi come viene prodotto ciò che mangiamo e il suo impatto sulla salute. Anche la produzione biologica, che è più costosa poiché contiene meno sostanze inquinanti, a volte è contraffatta. La grande distribuzione offre maggiore sicurezza, mentre sui piccoli esercizi ci sono meno controlli.

Ci sono poi le criticità a livello globale, che  sono costituite dalle polveri sottili che sono nell’aria, l’inquinamento dei mari e i cambiamenti climatici che causano disastri, come sta avvenendo a Venezia. Il dott. Correra ha detto che il buco dell’ozono si è ridotto alquanto, poiché le industrie hanno preso dei provvedimenti, ma ci sono ancora sostanze che impattano sull’ambiente. Il relatore ha citato l’esempio dell’Australia che è all’avanguardia mondiale, in quanto ogni giorno pubblica un bollettino che informa i cittadini circa l’orario in cui ci si può esporre ai raggi solari e per quanto tempo. Sussiste sempre, però, il problema del surriscaldamento globale che causa la tropicalizzazione del clima mediterraneo, l’aumento di malattie tropicali, il proliferare di insetti e pesci tropicali. Altre criticità sono la deforestazione, anche a causa degli incendi, come avviene in Amazzonia e in particolare in Mato Grosso, il forte uso di pesticidi, l’eccessivo consumo idrico per la produzione alimentare, lo scioglimento dei ghiacciai, l’uso della plastica. Il relatore ha detto che nel Pacifico si è formata un’isola con gli oggetti di plastica e i detriti solidi di ogni tipo. Egli ha puntualizzato anche il forte contrasto tra i paesi industrializzati, caratterizzati dallo spreco alimentare (con forte alimentazione carnivora), e quella dei paesi sottosviluppati con perdita alimentare. Un terzo del cibo al mondo viene sprecato, facendo aumentare l’effetto serra (forte emissione di anidride carbonica).

Dalla relazione è emersa con limpidezza un’analisi lucida, drammatica,  della realtà. Non ci si può fermare, però, alla consapevolezza dei problemi, in quanto bisogna impegnarsi per migliorare la situazione, in quanto non tutto è perduto, sostenuti dalla speranza di un’umanità migliore. E’ questo in effetti il messaggio del Forum! Dal dibattito, infatti,  è emerso che per contribuire a migliorare la situazione globale e quella della Terra dei fuochi occorre puntare molto su uno stile di vita diverso, basato sul rispetto dell’ambiente, la legalità, la sobrietà,la solidarietà.

di Lucia Antinucci

 

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