ACQUA, NEL MONDO CATTOLICO TANTI «SI’»
Il mondo cattolico riflette sui referendum e prende posizione, soprattutto per quanto riguarda i quesiti sull’acqua che «è e deve restare un bene comune». Questo ad esempio è l’invito di monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, vescovo di Locri-Gerace: «L’acqua fra qualche anno sarà più preziosa del petrolio – ricorda il presule –. Non possiamo permettere che sia il privato a gestirla».
In un documento della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, approvato dall’arcivescovo Giovan Battista Pichierri si fa notare che «l’acqua è un bene comune e va gestito – senza sprechi e inefficienze – dalla comunità». I rischi del nucleare, continua il testo, sono ancora maggiori dei benefici. E per il legittimo impedimento, esso «allunga i tempi per l’accertamento della responsabilità penale e per il risarcimento dei danni
Anche per l’Azione cattolica di Cosenza-Bisignano «l’acqua non è una
La Chiesa di Nola, inoltre, «ritiene che sia necessario ripensare il problema dell’energia nucleare e perseguire la strada delle energie rinnovabili».
Un invito a votare per il sì ai quesiti riguardanti l’acqua giunge anche da don Alessandro Cirillo, responsabile della Commissione diocesana Giustizia e Pace di Nocera Inferiore-Sarno.
Mentre Unitalsi, Agesci e Modavi (Movimento delle associazioni di volontariato italiano) sollecitano gli iscritti a votare con consapevolezza.
Infine Francesco Zanotti, presidente della Fisc, riassume così la posizione dei Settimanali Cattolici: «Acqua: non è una merce qualsiasi e il suo uso deve essere razionale e solidale». Nucleare: «Si è posta, in particolare, la domanda su quale futuro intendiamo consegnare alle nuove generazioni». Legittimo impedimento: «Il dibattito è stato meno appassionato anche perché la gente si aspetta che su quesiti così complessi si esprima il legislatore».
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